Il polpo Paul pescato all’Isola d’Elba e vissuto nell’acquario di Hoberhausen, diventato una celebrità per aver indovinato otto risultati dei Mondiali di calcio del 2010 sarà il protagonista di un libro: ‘Parola di Paul’ scritto dal famoso giornalista e scrittore Luciano Minerva. Il libro ripercorre la vita del polpo divenuto una star e promette di diventare un best seller grazie alla popolarità planetaria che ha conquistato la piovra elbana-tedesca. Alla fine del 2010, su Twitter, è risultato il decimo argomento su 25 miliardi di conversazioni!
Minerva, l’autore del libro, spiega a cosa è dovuto tutto questo successo planetario: “L’octopus e’ sempre stato una figura potente per l’immaginario. Da 150 anni la Piovra, un’invenzione letteraria di Victor Hugo, e’ la metafora universale del potere subdolo e invincibile; Paul, da prigioniero in una vasca d’acquario, ha riscattato l’immagine della specie. Grazie a lui il polpo si presenta come un animale sempre misterioso, ma simpatico, innocuo e capace di vedere piu’ lontano di noi“.
L’Agenzia giornalistica “Ansa” ha dedicato all’anniversario della morte del polpo Paul un articolo molto dettagliato in cui parla anche del romanzo:
“Dopo la morte e la cremazione, è stato innalzato un monumento a Paul con le sue ceneri. Tanti sono già stati i film che hanno ripreso vita, opere e presagi del polpo: dalla Cina all’America. In Francia è appena stato pubblicato un libro. E ci sono tanti acquari che stanno facendo allenare nuovi polpi in attesa degli Europei 2012.
Seguendo quel modello, zoo e acquari si sono sbizzarriti a promuovere animali ‘indovini‘: dai polpi Iker e Iniesta in Spagna, all’asino Andres in Argentina, dall’opossum tedesco Heidi alla pecora neozelandese Sonny Wool, tutti hanno avuto tutti ampi spazi mediatici.
Ora altri due polpi (Paul II e Pavel) si stanno ‘allenando’ per gli europei 2012. Gli altri arrivano, passano, Paul invece resta. Non solo perche’, dopo la cremazione, c’e’ un monumento che contiene le sue ceneri, ma perche’ l’interesse per il fenomeno sembra permanere, come un vero e proprio ‘mito d’oggi’.
Primi sono arrivati i cinesi, con un film per la tv ‘Chi ha ucciso il polpo Paul?’, ora una casa di produzione americana, la Vertige di Denver, sta lanciando il documentario ‘The Life and Times of Paul the psychic Octopus’, regia di Alexandre O. Philippe, in uscita a primavera.
In Francia e’ appena andato in stampa il libro ‘La poulpe attitude’. ‘Dalla psicologia e dal carattere dei polpi – sostiene l’autore Christophe Haag – abbiamo tutto da imparare’.
In Italia il sito http://www.elbadipaul.it/ ha raggiunto in nove mesi 65.000 visualizzazioni intrecciando le origini nell’Isola d’Elba e la vicenda di Paul con storie di miniere, di mare, di calcio, di letteratura. L’ideatore del sito e autore del libro, lo scrittore e giornalista della Rai Luciano Minerva, ha pubblicato sul web in italiano, inglese e spagnolo il primo capitolo del suo romanzo, ‘Parola di Paul’.
Per gli amanti dello snorkeling è molto interessante l’incontro con i polpi: sono intelligentissimi, curiosi, divertenti e anche belli ed eleganti, nel loro habitat. Mettono di fronte alla loro tana una fila di sassetti e conchiglie a mo’ di numero civico e, se glieli sposti e loro stanno dentro la tana, tempo pochi secondi esce un tentacolo che li rimette in ordine secondo la sequenza originaria.
Il giornalista Riccardo Impallomeni racconta un suo “incontro ravvicinato” con un simpatico polpo:
“Una volta, attirato proprio da quelle conchiglie monovalva con l’interno madreperlaceo che tengono per abbellire l’ingresso della tana, ne raccolsi alcune tirandole via con la lama del coltello. Uscì un tentacolo che afferrò la lama: lui tirava delicatamente da una parte, io dall’altra.
Alla fine uscì fuori e si mise ad osservarmi, in sospensione, senza un filo di paura. Semplicemente curioso di capire COSA fossi e perchè volessi parte del suo “arredamento”.
Un’altra volta ne inseguii uno che, arrabbiatissimo, cambiava colore ogni istante come un camaleonte. A un certo punto si addossò ad una parete di brecciolini e sembrò immobilizzarsi. Dopo qualche secondo mi accorsi che stava lentamente sparendo finchè non rimasero solo gli occhi: coi tentacoli posteriori aveva velocemente spinto davanti a se’ i sassolini, costruendosi un muro dietro cui nascondersi.
Lo lasciai in pace, con l’onore delle armi.
Se solo non fossero così dannatamente saporiti li metterei alla pari dei delfini nella mia personale classifica delle preferenze nel regno animale: intoccabile! O quasi.”