Grande successo e qualche polemica per l’ultimo album di Luca Carboni: “Senza titolo”! L’autore ci spiega: “Ho preso in prestito dall’arte figurativa questa espressione: volevo lasciare il fruitore libero di entrare in queste nuove canzoni, senza condizionamenti.”
Il cantautore bolognese parla del suo lavoro discografico, la cui canzone manifesto è “Non finisce mica il mondo”:
“Questo disco, scritto negli ultimi due anni, racconta quello che sono adesso. Però mi ricorda un po’ “Persone silenziose” del 1989 e “Carboni” del 1992, perché per metà è un album acustico e per l’altra metà elettrico. Due mondi diversi che convivono insieme. […] Questo album ha come filo conduttore i cambiamenti, il viaggio della vita di un uomo adulto.
È un invito a me stesso e alle nuove generazioni a non vedere il mondo come una pista di Formula Uno, in cui corri sempre più veloce, ma all’interno dello stesso anello. Bisogna rischiare, anche andando fuori dalla pista, oltre il nostro percorso abituale.
Una canzone dell’album, contestata e anche censurata da tante radio, parla di amore con un titolo un pò forte e inusuale per la poetica del cantautore bolognese: “È una canzone che racconta l’attimo, l’esplosione della scintilla dell’innamoramento. L’ho scritta di getto un pomeriggio, questa parola mi ha permesso di rendere ancor più efficacemente il concetto. Senza di essa sarebbe molto meno incisiva, non credo che qualcuno si possa offendere per questo.”
Il videoclip della canzone è stato girato nelle miniere di Capoliveri all’Isola d’Elba, a cui Carboni aveva già dedicato in passato La mia isola:
“Sono stato la prima volta sull’Isola d’Elba per un concerto nel 1987. Me ne sono innamorato.
L’artista, in occasione della celebrazione del centenario del comune di Capoliveri, volle esibirsi nella suggestiva isola dopo averle dedicato il brano “La mia isola”.
“Il viaggio è la metafora della vita e l’approdo del navigatore sull’isola – spiegò Carboni – è la rappresentazione della realizzazione di un progetto o dell’incontro con il grande amore. Il brano è dedicato all’isola d’Elba, un luogo che amo e dove trascorro molto tempo: l’ho scritto su uno scoglio dove la realtà di isola si fondeva con l’aspetto simbolico della fine del viaggio. La canzone parla di una navigazione verso il tramonto con la prua a ovest, ma contiene molti elementi latini e del sud”.
Il cantautore bolognese presentò anche il libro “Elba, l’altra isola” del giornalista/scrittore Massimo Stocchero, di cui lui aveva scritto la prefazione.
Nel testo viene descritto il cambiamento che il turismo ha portato, l’impatto del continente con l’Isola, il tutto con parole e immagini semplici che richiamano la vita e i mestieri di tutti i giorni. “L’Isola d’Elba, ed in particolare Capoliveri”, spiega Luca, “ha conquistato oltre a me numerosi artisti tra cui Giorgio Faletti, Biagio Antonacci, Gaetano Curreri leader degli Stadio e Irene Grandi”.
Il cantautore bolognese ha anche comprato casa a Capoliveri: ha ristrutturato una antica cantina di paese con una splendida vista sul mare e l’isola di Pianosa in lontananza!