Italo Bolano: Elba isola del mondo

Con questo progetto, sin dagli anni ’70, Italo Bolano, straordinaro artista elbano,  volle  contribuire ad abbellire i paesi  dell’Elba, ormai aperti  ad un turismo internazionale e moderno, con opere d’arte monumentali, lasciando un segno della propria epoca.
L’artista, che ha  studiato l’arredo urbano di Gerusalemme e Barcellona e ha  partecipato a convegni su “Arte e città” ha contribuito all’abbellimento con l’arte di varie città d’Italia e d’Europa.

 Voleva fare con la sua Isola un po’ quello che César Manrique fece per l’Isola di Lanzarote:   un’isola vulcanica e di poveri contadini, diventò  un’isola armoniosamente turistica.
Bolano ha dovuto lottare e fare enormi sacrifici donando quasi sempre le opere con il solo rimborso spese. Tuttavia è riuscito ad operare in sette comuni su otto.

Propose  la realizzazione al Comune di Marciana di un Parco ai piedi della Madonna del Monte con piccoli interventi di ceramica su alcuni “mostri” di granito che si erano rivelati in seguito ad un incendio (già pubblicato in una mostra internazionale di arredo urbano a Faenza).

In quasi tutti i paesini elbani si possono ammirare le sue opere a cielo aperto, che danno un’impronta moderna e originale.

Bolano aveva  rivelato fin da adolescente  nei suoi quadri,  un carattere drammatico manifestato con un espressionismo figurativo rappresentato dal dolore e dalla fatica di pescatori e minatori della sua isola.
Il suo gesto e il suo dramma si configurano in un suo tipico espressionismo astratto.

Nei laboratori del Museo Open Air di arte moderna di San Martino,  Bolano, volendo dare impulso ad un artigianato elbano tuttora mancante all’Elba, ha dato vita ad una scuola internazionale di ceramica,  in un’area di 10.000 metri quadrati, stabilendo un rapporto organico fra le molteplici piante che lo ornano e venticinque suoi monumenti, in perfetta armonia di natura e arte.
L’Open Air Museum è un crocevia internazionale dell’arte e della cultura per artisti e pubblico. Un luogo adatto a  incontrarsi, discutere, lavorare o intrattenersi nel parco, in un’atmosfera magica, arcade, fuori del tempo.
 Le grandi ceramiche monumentali esprimono l’isola interiore di Italo Bolano con il suo espressionismo astratto.
In questo storico ambiente, per altro vicino alla Fortezza etrusca d’altura di Castiglione e alla Villa di Napoleone, Italo Bolano ha sempre realizzato manifestazioni culturali tra esposizioni, incontri-dibattito, conferenze, teatro ecc.
 L’arte e la natura vivono in perfetta armonia e i 30 monumenti, come guardiani della valle si fondono con suggestione in un parco di 10.000 metri quadri di piante mediterranee, mimose, eucalipti, cipressi, mirti,oleandri ecc.
Vi si possono ammirare  le sue grandi pitture realizzate in ceramica, per farle vivere nelle alterne vicende della stagioni, all’acqua e al sole, in un paesaggio sempre cangiante.
Oggi il Centro Museo consta di gallerie per esposizioni, spazi per conferenze, laboratori di ceramica, teatro all’aperto e bookshop.
E’ uno dei primi sentieri dell’arte moderna riconosciuti dalla Regione Toscana (TRAART); vi si trovano anche gli studi del maestro (visitabili) che alterna d’estate con quelli di Prato durante i mesi invernali.
E’ possibile seguire dei laboratori sperimentali  per apprendere i procedimenti  della ceramica, l’arte più antica, nata con l’uomo quando cominciò a modellare la prima ciotola per mangiare.
L’esperienza “terra, acqua, fuoco, aria” è sempre affascinante, nuova e imprevedibile.
Il Maestro Bolano sovrintende a tutti i lavori. Le tecniche usate sono soprattutto quelle del “secondo e terzo fuoco”, a temperature rispettivamente di 950 e 750 °C .
Vengono usati colori per soprasmalto o sottovernici, nonché smalti di varie specie.
Spesso vengono utilizzati materiali elbani quali sabbie, terre, minerali ecc.

La scuola di Raku è ispirata ad una antica tecnica giapponese.
Raku significa letteralmente “gioire il giorno”. Nel 1500 fu inventata da un maestro di filosofia Zen. Questa tecnica venne praticata da generazioni per le ciotole destinate alla cerimonia rituale del the.
Consiste nell’estrarre i manufatti incandescenti dal forno e rinchiuderli in un recipiente con materiali infiammabili (foglie,segatura, carta ecc.). Quindi il recipiente viene subito chiuso ermeticamente per impedire al fumo di fuoriuscire e quindi di produrre, in carenza di ossigeno, la reazione chimica detta di riduzione.
I pezzi vengono poi immersi nell’acqua per produrre un rapidissimo raffreddamento.

Il risultato è sempre sorprendente: le cristalline, a contatto dell’aria, formano delle screpolature dette “craquelé”, gli smalti, quasi ancora liquidi, subiscono particolari effetti cangianti tanto da sembrare veri e propri gioielli metallici e le parti non precedentemente dipinte risultano annerite dal fumo.
Molto è affidato al caso per cui tutti possono fare, nel breve giro di un’ora, questa affascinante esperienza.

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