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Isola d’Elba: l’Elbaman raccontata dal triathleta Rinaldo Franchi

Elbaman, l’ormai storico evento centrato in Marina di Campo e tutti i comuni della zona occidentale compresi Marciana e Marciana Marina, avrà ancora una volta tre competizioni:  la classicissima su distanza Ironman (3.8 km di nuoto, 180 km di ciclismo e 42,2 km di podismo) l’half-ironman, e il sabato la “Kids” per i più piccoli nati tra il 1998 ed il 2003.

 Sono al momento 20 le nazioni rappresentate con gli stranieri che superano il 30% delle presenze complessive. A capitanare questi il gruppo dei francesi (58 presenze) seguiti dagli inglesi (40 presenze). Molti di questi saranno sull’isola già 5-6 giorni prima della gara e si fermeranno alcuni giorni dopo per gustare appieno quei bellissimi scorci di fine estate che solo lIsola d’Elba è in grado di regalare.

 Ecco cosa ci racconta il  triathleta Rinaldo Franchi (nella foto in compagnia dei suoi bimbi all’arrivo dell’elbaman) con la dose di entusiasmo che lo contraddistingue:

“Sono  rimasto folgorato da un triathlon che si svolge a fine settembre sull’isola d’Elba. Mi è piaciuta sia la gara che l’ISOLA D’ELBA,  questa, all’ultimo weekend di settembre, è abitata dagli isolani, da pochissimi turisti e, almeno a MARINA DI CAMPO, da triathleti.

Il risultato è che si respira un’atmosfera molto rilassata, il tutto aiutato dai microclimi presenti sull’isola: a fine settembre è ancora particolarmente caldo, nelle baie protette dalle correnti è veramente caldo! L’apice lo si raggiunge nella baia di CAVOLI, una delle prime località che si incontrano nella tratta in bici della gara.
Il nuoto si svolge all’interno del golfo di Marina di Campo. L’acqua è esente da correnti particolari, sembra di essere in piscina: l’acqua è talmente limpida che per gran parte del tempo ci si riesce ad orientare col fondale marino (le ondine della sabbia sul fondale sono parallele alla riva, più o meno).

Si parte poi in bici e poco fuori dalla località, per chi partecipa alla distanza più lunga, c’è una deviazione che porta alla prima salita vera, rifornimento e relativa discesa che reimmette sulla litoranea.
Si prosegue con il giro intorno all’isola e ci si rende subito conto che i continui sali-scendi e le curve a tratti insidiose non ti permettono di improntare un tuo ritmo. Quando si raggiunge il lato nord dell’isola inizia la seconda vera salita, seguita da una discesa. Da lì si taglia in metà l’isola per ritornare al punto di partenza, anche qui, nonostante sia la parte più pianeggiante del percorso, le salite non mancano.

Quel che colpisce è la partecipazione degli isolani all’evento, non solo nella località che ospita la manifestazione (il cui passaggio è da pelle d’oca), ma su tutta la tratta!
Evito di commentare il paesaggio a cui si è esposti… semplicemente perché in gara cerco di ignorarlo: troppo bello,  troppo deconcentrante!

La corsa si snoda in 5 giri (distanza ironman):   il passaggio nella località, compreso il lungomare, è suggestiva, anche le estremità del giro, in campagna, non sono male.

 Ma anche qui quel che colpisce è la partecipazione della gente, la passione di chi si occupa del rifornimento, il cameriere che ti ha servito la cena la sera prima e ti riconosce e fa il tifo per te, i tuoi compatrioti che ti conoscono solo di vista ma non fanno mancare il loro sostegno, così come conoscenti, amici, famigliari.

Questi sono gli spunti offerti da quel luogo che possono darti energia extra per fare una bella corsa: la cosa certa è che si conclude con una certa serenità.

Si è contenti di aver finito, è uguale se la distanza ironman o  il 70.3, quella tratta in bici non è uno scherzo e va provata (in gara) per rendersene veramente conto. Inevitabilmente la paghi anche nella corsa: è una sfida in più che rende questa competizione particolarmente affascinante, competizione già bella per il luogo, per l’organizzazione, per la passione che si respira per tutto il weekend.

Quest’anno il mio ironman sarà altrove, ma l’intenzione è di raddoppiare lo sforzo per rifare l’ELBAMAN!

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