Oggi vorrei parlarvi di un personaggio elbano molto particolare, con la sua inventiva, il suo coraggio ed il suo impegno, ha dato un’impronta alla nostra isola : è Michelangelo Venturini.
Michelangelo, di multiforme ingegno come si dice per Ulisse, comincia ad occuparsi di turismo quando ancora l’isola viveva di campagna, pesca e miniera: intuisce le grandi potenzialità che questa terra nasconde.
Dà vita, partendo dal nulla, già negli anni ’60, ad uno dei primi complessi turistici creati all’Elba: il Villaggio Innamorata. Non solo: con spirito veramente innovatore fà promozione turistica rievocando ogni anno una leggenda risalente al 1534, ai tempi del Barbarossa, imperniata sulla spiaggia dell’Innamorata.
La leggenda narra l’amore contrastato tra Maria e Lorenzo, la giovane assistette impotente al rapimento del suo amato da parte dei pirati, alla lotta impari da questi sostenuta per difendersi ed al successivo suo abbandono in mare ormai senza vita. Maria disperata si buttò anche lei in mare ed il suo corpo non fu mai più ritrovato. Di lei rimase solo lo scialle, a quel tempo chiamato “ciarpa”.
Un nobile decaduto di origine spagnola, Don Domingo giurò che ogni anno avrebbe fatto uscire in mare mille torce per illuminare a giorno la spiaggia, sperando di aiutare Maria a tornare a casa.
Ogni anno infatti centinaia di figuranti in costume animano la spiaggia dell’Innamorata ed il paesino di Capoliveri, il giorno 14 Luglio per la Festa dell’Innamorata. Questa festa in costume ha raggiunto una notorietà incredibile e adesso migliaia di persone giungono all’Elba per partecipare dal vivo.
Michelangelo ha creato anche l’Associazione “Giuseppe Verdi” che ogni anno organizza a Capoliveri la “Festa dell’Uva” grandiosa manifestazione a cui partecipano tutti e quattro i rioni, che ogni anno ricorda i riti della vendemmia, declinati in tutti i loro aspetti.
Leggiamo sul sito del Comune di Capoliveri quello che pensano i Capoliveresi di Venturini:
“E il bello è che per lui non c’è un rione migliore dell’altro, perché di ognuno riesce a cogliere un punto di forza e la bellezza espressiva. “Il Baluardo vale la Fortezza, il Fosso la Torre” dice Venturini “perché a vincere non è l’uno o l’altro, ma i capoliveresi e l’Elba, che deve trovare il gusto e la voglia di valorizzare le tradizioni con gioia e, soprattutto, con la forza del divertimento, perché divertendosi si riesce a fare divertire gli altri.
Quindi non va trascurato il coinvolgimento della gente, perché la cultura appartiene al popolo – non a quattro intellettuali, che pure sono importanti nell’economia sociale di una realtà – che va fatto esprimere per valorizzare il patrimonio di esperienze della comunità.
La Festa dell’Uva ne è la dimostrazione più lampante”. Venturini non vive certo con distacco il tradizionale appuntamento di Ottobre, che lo riporta a quando, ragazzino, scorrazzava per i rioni del paese. “Sono capoliverese al cento per cento e amo i miei compaesani per la generosità che mettono in ogni manifestazione.
E’ ormai chiaro a tutti che nel Dna dei capoliveresi non mancano la laboriosità, la creatività e la teatralità” commenta il presidente dell’Associazione culturale “Giuseppe Verdi”.
Ecco Michelangelo Venturini adesso ha lasciato tutte gli oneri e gli onori ai suoi figli e si è dedicato alla pittura, in vecchiaia si è scoperto pittore. Uno stile molto personale, il suo che conquista per gli accostamenti cromatici molto originali. Ha voluto creare per i suoi colleghi creativi un Atelier delle Arti che ha dedicato a sua madre.
Ecco quello che dice: L’idea è questa: l’artista – pittore, scultore, ma anche fotografo o artigiano creativo – sceglie di trascorrere una o più settimane in vacanza all’Isola d’Elba, cercando, però, di sfruttare il tempo a disposizione non solo per riposarsi, ma anche per creare e al contempo esporre le proprie opere. Il luogo per fare tutto questo è a Capoliveri, a pochi passi dalla splendida piazza Matteotti, in un’antica casa dei primi del ‘900 con una splendida vista sul mare.”
Queste sono le mura che ospitano l’Atelier delle Arti che Michelangelo Venturini ha dedicato alla madre, perché quella è la casa dove lo stesso Michelangelo (il Michelangelo di casa nostra) è nato.
“L’idea mi è venuta dopo aver intrapreso la strada della pittura. – spiega Venturini. Una passione alla quale mi dedico da qualche anno e che mi ha dato tante soddisfazioni. Ho sfruttato io stesso questo spazio per esporre i miei quadri e ho scoperto che poteva diventare un’occasione anche per altri artisti. E allora perché non permettere loro di venire in quest’isola meravigliosa soggiornarvi e creare? Così ho realizzato questo Atelier che mi ha dato modo di valorizzare la casa dove sono nato e cresciuto nel cuore del mio paese”.
Michelangelo è orgoglioso della sua crazione: “Finalmente in quest’epoca di crisi, e non solo economica si è trovato il modo di dare spazio all’arte e alla cultura valorizzando il nostro territorio.” Ora non resta che fare un giro a Capoliveri e addentrarsi nel cuore del paese andando alla ricerca dell’arte magari proprio nell’atelier di Michelangelo.